Editoriale di don Alberto

Ricevendo alcuni ambasciatori, il 13 maggio scorso, Papa Francesco ha detto loro: «Quando impareremo dalla storia che le vie della violenza, dell’oppressione e dell’ambizione sfrenata non giovano al bene comune? Quando impareremo che investire nel benessere delle persone è meglio che spendere risorse in costruzioni di armi? Quando impareremo che le questioni sociali, economiche e di sicurezza sono collegate? Quando impareremo che siamo un’unica famiglia umana?»  
Aggiungo una domanda: Quando impareremo che non prendersi cura della natura prima o poi presenta un conto salato da pagare? È quanto stiamo constatando in questi drammatici giorni per quanto sta succedendo in Emilia-Romagna: le recenti inondazioni causate da precipitazioni piovose eccezionali dopo un lungo periodo di siccità stanno causando, ad oggi, 13 morti e 13000 sfollati, 23 fiumi esondati, 35 città inondate, 280 frane e 400 strade interrotte. Guardando la televisione in questi giorni viene da piangere: mi sono commosso anch’io nel vedere le persone anziane ascoltare le notizie con le lacrime agli occhi. 
In particolare, quando era mostrata in televisione la sofferenza delle persone fragili: anziani e bambini che soffrono ricordano a tutti la nostra costitutiva fragilità. Forse commuoversi è già un segno positivo.
Primo insegnamento: ricordiamoci che facciamo parte di un’unica famiglia umana, che ha bisogno di essere protetta e curata.
Inoltre, penso a quanta insensibilità c’è nel cuore umano, mio compreso, quando si abitua a sentire notizie di tragedie, di violenze e di guerre. C’è il rischio di non commuoversi più.
Secondo insegnamento: potremmo facilmente dimenticare il dolore altrui, soprattutto quando ci sembra lontano da noi e non ci tocca da vicino.
Nasce anche il desiderio di pregare: per le vittime, per le famiglie che dovranno ricostruirsi la vita, per non scoraggiarsi davanti al male che ci aggredisce e per chiedere la forza di un cuore aperto che sappia continuare a fidarsi del Signore e di fare il proprio dovere.
Terzo insegnamento: far bene il proprio dovere anche qui nella nostra Comunità Pastorale, nei nostri impegni, e in particolar modo nel prenderci cura del creato, casa comune, rispettare e curare l’ambiente, mettendo al centro il bene comune. 

Don Alberto

 

Esci Home